Trasformazione creativa

Il drago non va ucciso, va prima domato e poi cavalcato

Un viaggio attraverso la sofferenza fisica e il disagio esistenziale per conoscere, possedere e integrare l’energia di un nodo emotivo.

Noi siamo dominati da tutto quello con cui il nostro io si identifica. Noi possiamo dominare, dirigere e utilizzare tutto quello da cui ci disidentifichiamo.

R. Assagioli

Trovare la parte luminosa che sta nel cuore della sofferenza, è compito d’ogni essere umano.

F. Dostoevskij

“All’interno della caverna umana (la parte ignorata e oscura dell’essere) si aggira un vecchio drago. Richiamalo se puoi, poiché in questo modo esso, nel rivedere la luce, riprenderà la sua giovinezza e ti servirà per sempre”. Con queste parole riassumo il percorso di sofferenza e di trasformazione da me vissuto ed espresso simbolicamente nei sette quadri.

È un viaggio attraverso la malattia e gli stati d’animo. Inizia con l’ascolto del mio corpo, del suo linguaggio fatto di rilassamenti e tensioni, di piacere e dolore: linguaggio emozionale che, se appreso e compreso, può condurre ad un nuovo equilibrio.

Siccome il corpo ci parla e le parole non sono il suo linguaggio ma punti dolenti che suscitano turbolenti emozioni, decisi di usare lo strumento della linea e del colore. Pur non essendo una pittrice lo trovai utile per proiettare su tela quello che dalla mia “caverna interiore” affiorava. I quadri comunicano il percorso pittorico progressivo naturale che si dispiegava a pari passo con le elaborazioni delle esperienze passate. Attraverso i ricordi cercavo una luce che mi avrebbe rivelato la via della guarigione fisica, un significato e una ragione da attribuire al disagio interiore da me denominato “Nodo Emotivo”: una comprensione che elaborai solo dopo aver conosciuto la sua origine.

Fu nella continua identificazione e disidentificazione con i simboli emersi spontaneamente come la caverna, il drago, il centauro, l’aquila, il ponte, la barca, il tempio, la coppa, la luce, i fiumi ecc., che scoprii il loro significato essendo questi delle mie rappresentazioni proiettive.

Poiché il dolore ha un aspetto fisico ed uno emotivo, è stato anche nell’osservare i dipinti che ebbi delle intuizioni per conoscere, possedere e trasformare ossia integrare l’evento scatenante della sofferenza. Così, se dolore e malattia sono i segni del tormento del nostro Essere, saperli ascoltare diventa un’arte, un lavoro fondamentale per decodificare i nostri “reali” disagi e per ritrovare così la sintonia tra corpo, cuore e mente.

Il viaggio verso la guarigione è un messaggio di speranza circa la malattia che è sì da curare, ma è pure un’occasione di rincontro quindi di crescita e di rinascita sia per se stessi, sia per chi ci sta vicino.

Grazie agli studi e al mio percorso personale, potei riconoscere la chiave di lettura per analizzare i suddetti simboli e collocarli all’interno della mia storia esperienziale.