Che cos’è l’ARTEDUCATIVA psicosintetica?

ARTEDUCATIVA monile

Se arriva in tempo si chiama educazione, se arriva tardi è terapia

Vivian King

Che cos’è l’ARTEDUCATIVA psicosintetica?

Ogni arte trasmette un proprio orientamento specifico
sia tramite le sue tecniche espressive sia tramite l’atteggiamento intimo delle persone cha la rappresentano.

Da questa premessa si può capire che l’ARTEDUCATIVA è innanzitutto relazione che ha luogo tra due o più persone ma anche con se stessi. L’ARTEDUCATIVA , o meglio espressione creativa psicosintetica, è una scienza applicata le cui origini risiedono nella psicagogia. Psicagogia non è un termine nuovo: è già stato usato da Platone e da Aristotele; si tratta dunque di una disciplina che si rivolge non solo al giovane, ma anche all’adulto, anzi all’uomo per tutta la vita.

Il suo significato originario è quello utilizzato da Platone ossia Psicagogia come prendersi cura di sé: un’attività che aiuta lo sviluppo della personalità, delle capacità di riflessione e di analisi.

Dalla parola greca psykè (anima) e dal verbo agσ (condurre, guidare) si traduce letteralmente il condurre e/o guidare l’anima: un movimento interpretabile come “educare/educarsi al controllo di sé”. Per questo motivo “essere, saper essere e divenire” hanno una connotazione educativa che incontra, nell’essere umano, il saper essere di chi si educa alla conoscenza di sé in un percorso di consapevolezza che mira alla trasformazione di ciò che si desidera lasciare. La psicagogia per Roberto Assagioli, che oltre ad essere medico e psichiatra, (1888-1974) viveva l’esperienza dell’educatore come genitore e come maestro di molti allievi, è un approccio pragmatico ossia pratico e attivo cioè un complesso di metodi pratici, di norme per l’azione e non una scienza teorica. Difatti la sua visione verso l’ARTEDUCATIVA era così ampia da includere il concetto di psicagogia.

È riconosciuta “arte dell’educazione” perché usa la psicologia che si ottiene dall’intelligente osservazione della vita, dall’esperienza quotidiana più di quella che si apprende dalle istruzioni dei manuali e dai trattati.

Per Assagioli educare non vuol dire riempire le menti con qualcosa ad esse estraneo, ma si traduce nell’attivare e nello sviluppare quel “fuoco” interiore presente in ogni uomo riassumibile nell’“impegno appassionato” che è l’espressione della tensione continua volta ad armonizzare il proprio fare, il proprio sapere con il proprio essere. “Non solo sapere, ma saper essere” facendo un continuo appello alle più nobili energie dell’individuo che gli mostrano le sue più alte possibilità. Dal momento che “l’uomo non è mai qualcosa di definito, di statico, di compiuto, ma è in continua formazione, l’educazione deve continuare per tutta la vita”.

La continuità come la consequenzialità, per me, sono aspetti fondamentali dell’ARTEDUCATIVA psicoisntetica alla quale ci richiama non solo Roberto Assagioli ma anche altri “studiosi e ricercatori” in materia.

“Possiamo educare gli altri solo nella misura in cui abbiamo raggiunto la nostra. Possiamo dare solo quello che siamo: qualità, livello, emanazione spirituale”.

L’ARTEDUCATIVA è esperienza diretta; è l’applicazione su se stessi delle sue modalità che avviene tramite un continuo allenamento e che Assagioli considera come: “Il più prezioso aiuto che possiamo dare è quello di insegnare ad aiutarsi da sé”. Pertanto, è un’attività che consente alla persona di ri-scoprire le proprie risorse che possiede da sempre e che hanno permesso all’umanità di evolvere. In uno spazio particolare e per un tempo specifico la persona esprime la propria creatività intesa come espressione di sé, delle proprie tensioni, sensazioni e aspirazioni interiori dando loro forma e colori diversi. Un trasferimento che si avvale dell’uso delle varie forme dell’arte come il disegno, la scrittura, la manipolazione di pasta da modellare, la pittura ecc. Essi sono strumenti “magici” nel senso che permettono di sfruttare positivamente l’aggressività e i problemi più interiori della persona. In altre parole cerca di educarli.

Questa modalità se usata come un allenamento aiuta a sviluppare “la disposizione a non pretendere ed esigere dagli altri, bensì a dare e a darsi; il riconoscimento della propria essenziale libertà spirituale e l’accettazione della conseguente responsabilità. Così si arriva a riconoscere che tutto dipende dal nostro atteggiamento e che questo non solo permette di riconoscere i risultati dei valori, ma addirittura li può creare, li può conferire. Questo è il nostro potere, dipende dalla nostra libera scelta, da una nostra decisione, quindi da un atto di volontà”.

L’ARTEDUCATIVA psicosintetica è un’attività che può essere svolta individualmente e in gruppo.

Siccome usa il linguaggio metaforico, immaginario e simbolico nessuno può giudicare, né tantomeno interpretare, il lavoro espressivo di un’altra persona. Chi meglio dell’autore sa cosa interpretare, quanto, come e che cosa ricevere, accogliere, usare, lasciare e trasformare di ciò che coglie nel proprio operato? Solo l’autore, se lo desidera, può spiegare che cosa ha fatto. Il risultato espressivo/creativo non viene analizzato né classificato; non s’indaga nella vita passata della persona, su ciò che ha fatto, tutt’al più si lascia libera la persona di raccontarsi come e quando crede. Questo perché innanzitutto è un intervento relazionale di accoglienza oltre che di sostegno, di aiuto e di accompagnamento nel quale prevale l’empatia, l’ascolto e l’umiltà di voler conoscere e soprattutto perché “ciò che conta è capire non dare spiegazioni”.

Attraverso l’uso di materiali artistici o di cianfrusaglie, come usavano le sorelle Agazzi maestre (1889-90), l’ARTEDUCATIVA psicosintetica si fonda sul presupposto che il processo creativo ed evolutivo messo in atto nel manifestare artisticamente parti di sé produce benessere, salute e migliora la qualità della vita. Attraverso l’espressione artistica, facilitata da un individuo adeguatamente formato e che lavora su di sé, è possibile fronteggiare situazioni di difficoltà, di stress, esperienze traumatiche, migliorare le abilità cognitive e godere del piacere che la creatività porta con sé.

Come mezzo educativo, l’arteducativa psicosintetica, è finalizzato al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, espressiva e sociale. “Il punto fondamentale è che etimologicamente educare significa “tirar fuori” “dal dentro al fuori” – è proprio il contrario della concezione e della pratica corrente dal fuori al dentro. Inculcare.

Il discernimento, l’obiettività, la sincerità, la comprensione, la compassione, l’attenzione, la valutazione, l’ascolto, la capacità di cogliere ed accogliere sono alcune delle molte qualità da mettere in atto quando un individuo si pone di fronte al proprio operato, per esempio un disegno spontaneo, che per me è diverso da quello istintivo , per conoscere delle parziali verità personali sul proprio modo di pensare e di agire.

Il rispetto, precisa Piero Ferrucci ” è la capacità di saper ascoltare e di saper vedere, (dal latino respicere – vedere) cosa noi abbiamo e possiamo utilizzare di noi in maniera adeguata, un atteggiamento utile non solo a noi stessi ma anche al mondo circostante.

È solo attraverso il rispetto che l’educatore potrà aiutare il bambino (o l’adulto) a manifestare le sue qualità particolari; ed è solo sentendosi rispettato che il bambino(o l’adulto) potrà sviluppare fiducia nelle proprie capacità e autostima. Il rispetto, dell’unicità e particolarità di ciascuno, sulla cui importanza Assagioli pone l’accento, presuppone che da parte dell’educatore sia stato acquisita flessibilità, capacità di accoglienza e coraggio, per far tacere il proprio io, lasciando spazio all’ascolto e alle proposte che provengono dagli altri e ammettendo, se necessario, i propri errori.

L’adulto non deve cedere alla tentazione di sentirsi completo, arrivato o tutore di conoscenza, piuttosto deve imparare a rimanere sempre nell’atteggiamento di chi scopre la vita ed il nuovo che è celato in essa, accettando il rischio di lasciarsi educare dall’altro (grande o piccolo non fa differenza) mentre educa.

Nell’ARTEDUCATIVA psicosintetica ricordare la reciprocità della relazione ed il rispetto è rilevante per non cadere in una relazione distaccata.

Il compito prioritario dell’ARTEDUCATIVA è quello di mettere gli individui in grado di scoprire quanto di meglio hanno in se stessi e la loro vera vocazione, e guidarli verso una conoscenza ed una comprensione più ampia di sé, della vita e dei molteplici rapporti con gli altri (in senso lato). Significa allenare la mente alla retta discriminazione ed alla giusta sensibilità, alla visione di sé, al potere di scelta e di proposito ben diretto. Perciò è necessario stimolare la persona ad usare adeguatamente la volontà buona e saggia; focalizzarsi sui suoi aspetti latenti positivi al fine che li possa conseguire, su quelli “deboli” per rinforzarli e su quelli che facilmente esprime perché possa continuare a manifestarli.

I principi ispiratori sono il valore dell’individuo, il suo diritto all’espressione di sé, alla vita e alla libertà con le responsabilità che ne derivano.

La funzione è quella di risvegliare lo Spirito nell’individuo riassumibile nell’“impegno appassionato” in quanto espressione della tensione continua volta ad armonizzare il proprio fare, il proprio sapere, con il proprio essere.

La finalità non è quella di lavorare alla ricerca di chissà “quali aspetti” da ingabbiare, ma di aiutare ad esprimere un malessere emotivo che, in un particolare momento della propria esistenza, impedisce di vivere con serenità.

Dar sfogo ad un’emozione è il primo passo da compiere per arrivare momentaneamente a vivere, a livello emotivo, una condizione tranquilla. È una condizione che però, non elimina definitivamente la difficoltà iniziale. Infatti l’ARTEDUCATIVA psicosintetica non esclude l’emozione, ma la ingloba.

Per dirla con altre parole: il drago non va ucciso, ma va prima domato e poi cavalcato.

Altrettanto le emozioni, di solito, non vanno represse o bloccate ma educate, al fine di imparare a gestirle anziché esserne succubi. Ad intensificare la consapevolezza di ciò che sta succedendo e a provocare una liberazione energetica generata dalle emozioni è la rappresentazione grafica stessa. L’energia liberata può essere comunicata in diversi modi: con la scrittura per es. scrivendo una riflessione, una poesia una storia, con la musica per es. cantando o componendo delle armonie sonore, con il corpo per es. mimando, simulando, imitando, recitando o ballando ed altro ancora che conviene. Dato che questa comunicazione espressiva manifesta una traccia autobiografica, invece di una modalità operativa io la considero una prassi nel suo significato di “azione”. È una prassi di auto-apprendimento attraverso l’esplorazione dell’esperienza che, allacciandomi soprattutto al pensiero psicagogico e psicosintetico l’attribuiscono al significato originale di educazione.

Un’educazione di tipo socratico che procede diritta allo scopo e ridesta la mente ed il cuore di colui che apprende, trasmettendogli l’importanza dell’osservazione, del ragionamento, del pensiero autonomo e dell’atto di volontà responsabile. In questo senso e dal mio punto di vista, posso dire che ARTEDUCATIVA è una parola unica come unico e unito è il percorso di tutte le persone che ne beneficiano.

Peculiarità principali della mia operatività: spontaneità, consequenzialità, narrazione.

L’ARTEDUCATIVA si avvale molto della spontaneità il cui significato la distingue dalla parola istinto, quest’ultimo spesso ed erroneamente usato per indicare lo stesso concetto. Nel vocabolario, lo Zingarelli 2006 alla parola spontaneo leggiamo quanto segue: “ Che si fa per proprio libero impulso, senza che vi siano costrizioni, imposizioni o sollecitazioni da parte di altri;… spontaneamente, in seguito ad una libera scelta”. Alla parola istinto troviamo scritto: “inclinazione congenita ed ereditaria che fa parte dell’inconscio e che spinge gli esseri a preservare l’esistenza individuale e la specie. Impulso interiore, indipendente dal ragionamento e dalla volontà, che porta l’uomo ad agire in un determinato modo: lasciarsi dominare dall’istinto”.

La consequenzialità è una modalità che è necessaria quando non si vuole soffermarsi solo sullo sfogo ma si desidera comprendere una particolare situazione, un atteggiamento, un’emozione, un pensiero o altro al fine di apportare una modifica positiva. A piccoli passi è bene procedere e nel proseguire è bene valorizzare piccole e semplici “cose” conquistate.

La narrazione qui è intesa come la capacità di scambiare esperienza, permette di dare consigli agli altri, mediati dal racconto e, nell’ascoltare le narrazioni nostre o altrui, troviamo consiglio per noi. Così che dando consiglio ad altri ne diamo contemporaneamente anche a noi stessi. La ricerca dell’espressione è un’occasione per esercitare l’immaginazione, quindi significa scoprire sfumature nelle situazioni e possibilità di miglioramento. Soltanto ascoltando il racconto creato dalla consequenzialità del proprio operato espressivo si acquista piena nozione del suo significato. Così facendo accresce nell’individuo la saggezza pratica (“phronesis”).

Bibliografia

  1. Platone , Fedro, a cura di FrancoTrabattoni, Edizioni
    Bruno Mondadori, Milano 1996,p. 204)
  2. R. Assagioli La psicologia delle idee forza e la
    psicagogia” – 1909
  3. R. Assagioli, Per una moderna psicagogia, :
    “La voce”, I n° 2 – 1909, Narrare per immagini,
    Firenze 1987, R. Brilliant
  4. R. Assagioli, Educare l’uomo domani, Ed. Istituto di
    Psicosintesi, Firenze 1988
  5. Roberto Boni, Buona Volontà e cooperazione,
    Ed. Grafic House, maggio 1994, p. 5
  6. Piero Ferrucci, Crescere, ed. Astrolabio,
    Roma1981, p.25.
  7. IBIDEM p. 11
  8. Si veda di seguito: La peculiarità della mia
    operatività.
  9. Piero Ferrucci, La forza della gentilezza,
    Ed. Arnoldo Mondadori, Milano 2005