Percorso esperienziale di C. | Albero

Di seguito alcune immagini e scritti di un percorso di Arteducativa svolto da C. una persona all’inizio della sua detenzione. Fin da subito nella sua rappresentazione espressiva spontanea e consequenziale si coglie il processo della personale scelta interiore di voler far germogliare all’interno di sé una nuova e diversa volontà di essere e di fare. Infatti, nel tempo riesce a concretizzarla all’esterno mediante corrispondenti azioni e comportamenti. Per motivi di privacy, ho scelto di riportare solo una parte di tutto il suo percorso.

A lui, C., va il mio Ringraziamento, per averci donato il suo prezioso lavoro e il suo contributo e per avermi concesso di utilizzarlo.

Mara Chinatti, conduttrice del Corso di Arteducativa, anno 2018, nell’Istituto Penitenziario di Verona

Alla domanda chi sono io? C. prima disegna, poi scrive e infine comunica verbalmente le sue riflessioni:

L’albero con le sue radici sono io e i rami sono i diversi aspetti della mia vita. Tagliando l’albero tutto crolla: è così che mi sento. Nel mio ruolo di albero prima offrivo protezione, tranquillità e molto altro, adesso rimarrà il vuoto intorno a me. … E questo si può costatare solo aspettando” […]

Alla domanda cosa puoi fare per impedire che l’albero si spezzi? Dopo aver osservato l’immagine che ha fatto, C. prima disegna, poi scrive e infine comunica le sue riflessioni:

Guardando l’albero mi viene istintivamente il pensiero di mettere un sostegno per non farlo crollare a terra, raddrizzarlo il più possibile ed aspettare che si riprenda come prima. Anche se alla base rimarrà una grande “cicatrice”, continuerà a svolgere le sue funzioni come prima. Però c’è anche la possibilità che l’albero non si riprenda più, anche se raddrizzato e “medicato” più
correttamente possibile
” […]

Il percorso di Arteducativa prosegue fino a quando C. sente l’esigenza di iniziare alcune attività proposte dall’Istituto Penitenziario, visibile simbolicamente nei
rametti disegnati. C. prima disegna, poi scrive e infine comunica le sue riflessioni:

… Se l’albero muore andrebbe reciso, tagliato, ma lasciando la sua base con le sue radici nella terra, dalla quale si potrebbero rigenerare nuovi rametti che, dopo tanto tempo, potrebbero diventare un nuovo albero, più sano e robusto visto che le radici sono solide. Per me queste radici rappresentano la mia esperienza di vita, i mestieri che ho imparato, le persone che ho incontrato e la fede in Dio che non ci abbandonerà mai. In tutte e due le situazioni c’è bisogno di tempo; tempo che io ho paura di non avere. Nel tempo che io sarò qui, tante cose possono cambiare fuori e interiormente.” […]

Dopo quasi due anni, al termine del corso Introduzione all’Arteducativa e alla Psicosintesi, chiedo a C. se vuole rappresentarsi con un’immagine simbolica. C. prima disegna e poi comunica le sue riflessioni dicendo:

Le mie radici ora sono interrate e per questo motivo mi sento più stabile, aperto e forte. Penso che sia dovuto al fatto che sto facendo delle cose che in parte mi interessano